Sblocco dei licenziamenti? Occorre uno sguardo lungo
Proprio così, occorre uno sguardo lungo. Non solo. Per affrontare le sfide che il futuro prossimo ci pone di fronte, occorre anche uno sguardo profondo, non superficiale, non scontato, non banale. Questo discorso varrebbe oggi un po’ in generale, in tutti campi e le discipline, ma qui ci riferiamo in particolare alla gestione aziendale, con un occhio di riguardo all’amministrazione delle Risorse Umane.
Il fatto è che la crisi globale, dovuta alla diffusione del Covid-19 su scala planetaria, obbliga le imprese a distaccare gli occhi dal presente, dal contingente, per guardare oltre. Infatti, oggi più che mai, è fondamentale sviluppare e praticare una nuova visione dell’impresa, dell’organizzazione aziendale, della gestione del lavoro: una visione al passo coi tempi, capace di interpretare al meglio il periodo che stiamo vivendo e di “girare in positivo” le criticità che inevitabilmente il mercato ha evidenziato in questi mesi.
Chi gestisce oggi un’impresa, di qualsiasi tipo, deve abbandonare la logica dell’emergenza per pensare a lungo termine, ragionando in un’ottica di sistema.
In molti casi, non sarà sufficiente una semplice ritoccatina qui e lì, questo è il punto. Dopo un anno di pandemia, le imprese si trovano davanti a uno scenario socio-economico profondamente mutato. Ed è inutile, anzi illusorio, sperare di tornare un giorno, chissà quando, al mondo economico-finanziario di prima. Per molti versi, non si tornerà indietro. Molte delle trasformazioni in atto avranno conseguenze durature sull’intero sistema e saranno, con ogni probabilità, irreversibili.
Come pianificare la propria attività in uno scenario tanto incerto? Chi fa impresa, oggi, si trova di fronte a questo immenso interrogativo. Ma, se vogliamo affrontarlo in maniera seria e propositiva, dobbiamo analizzarlo e scomporlo in vari segmenti:
- L’organizzazione e la gestione aziendale, così come le ho impostate fino ad oggi, sono ancora valide o vanno messe in discussione?
- Come ripensare il mio modello di business, il prodotto o il servizio offerto, alla luce delle mutate condizioni economiche, sociali e culturali?
- Come calcolare e pianificare i costi aziendali in un modello d’impresa allineato alle nuove dinamiche del mercato?
- Come approntare una razionalizzazione del lavoro e delle Risorse Umane, in modo da mettere in sicurezza il futuro della mia impresa e dei miei dipendenti?
Quella vissuta in questi mesi è stata una lunga e faticosa transizione verso un mondo ancora in gran parte sconosciuto. Infatti, il vecchio mondo non c’è più e quello nuovo è ancora in via di formazione. Per quanto riguarda il fronte delicatissimo delle Risorse Umane, per esempio, quello che abbiamo sperimentato fin qui non è il vero smart working, ma una forma estremamente semplificata dello stesso. Domani non sarà più così, questo è certo. Il futuro di questo modello lavorativo è ancora tutto da definire, da decifrare.
Una cosa appare, tuttavia, indubitabile: nel momento in cui ci troveremo ad applicare l’effettivo smart working, dovremo fare dei contratti individuali per ogni lavoratore.
Lo smart working, a un certo punto, dovrà essere regolarizzato. Potrà sembrare una banalità, ma non lo è affatto. Come organizzare, regolamentare e formalizzare lo smart working? Come configurarlo in termini contrattuali? Le questioni sul tavolo sono effettivamente inedite e un’impresa, se ben consigliata, potrà interpretarle nella giusta prospettiva.
C’è poi il nodo, centrale, dello sblocco dei licenziamenti, fissato al 30 giugno 2021 per i lavoratori delle aziende che dispongono di CIG ordinaria e CIG straordinaria (soprattutto industria ed edilizia) e al 31 ottobre 2021 per i lavoratori delle aziende coperte da strumenti in deroga (soprattutto terziario). Questo è lo scenario.
Ma una cosa è importante chiarire: il licenziamento è solo uno dei possibili strumenti che un’impresa può mettere in campo per riorganizzare e rilanciare la sua attività.
Il licenziamento in alcuni casi è necessario, in altri no. In alcuni casi può anche essere dannoso. Dipende dalle molte variabili in gioco: il settore in cui si opera, il modello di business, l’organizzazione del lavoro, il tipo di contratti in essere, il livello di specializzazione dei dipendenti, lo stato di salute del proprio bilancio, il piano di investimenti… Ciascuna azienda, da questo punto di vista, è una storia a sé.
Ed è per questo che l’analisi è fondamentale. Prima di muoversi in una direzione o in un’altra, è fondamentale prendersi il tempo per entrare nel merito. È fondamentale prendersi il tempo per elaborare una strategia. In un processo di riorganizzazione, sono un’analisi accurata delle risorse e una visione aziendale solida a fare la differenza.