Lo smart working entra nel vivo: come si muovono le aziende?
Col prossimo 31 agosto e la fine del regime semplificato, lo smart working entra nell’età adulta. Dopo questi mesi di sperimentazione, dettata dall’emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19, molte imprese si trovano davanti a un bivio: accogliere a tutti gli effetti questa nuova modalità di lavorare e produrre, adottando una nuova organizzazione aziendale e stipulando accordi individuali con i dipendenti, oppure tornare al modo tradizionale di concepire il lavoro. Naturalmente la seconda strada appare più facile e sicura, ma la prima strada per diverse tipologie di imprese può essere indubbiamente quella più interessante e promettente. Ma com’è possibile sfruttare questa opportunità di cambiamento, accogliendone tutti i vantaggi?
Dal 1° settembre il lavoratore in smart working potrà lavorare alcuni giorni a settimana da remoto, garantendo alcuni giorni a settimana di lavoro in presenza in azienda.
Questa flessibilità per i dipendenti può risultare sicuramente vantaggiosa: la possibilità di conciliare in maniera più elastica attività lavorativa e vita extra-lavorativa conferisce grande beneficio al benessere del lavoratore. Ma anche per l’azienda questa flessibilità può essere un vantaggio, a patto di inquadrarla all’interno di accordi con i dipendenti chiari e trasparenti, e di un sistema di lavoro che stimoli la puntualità, la collaborazione e l’efficienza. Se si riesce ad armonizzare libertà e responsabilità, nel contesto di un’organizzazione aziendale più moderna, agile e funzionale, la produttività non potrà che beneficiarne. La nostra esperienza con le aziende, da questo punto si vista, è positiva: i lavoratori, soprattutto quelli più giovani, abbracciano questo cambiamento in maniera intelligente e proattiva, migliorando le loro performance.
Aumentando il benessere del lavoratore, aumentano la concentrazione, la motivazione e l’efficienza, con ricadute positive sull’efficienza dell’organizzazione aziendale nel suo complesso.
Sulla base di queste considerazioni e della loro esperienza diretta, molti dei nostri clienti ci hanno espresso la volontà di proseguire con lo smart working anche dopo il 31 giugno e si stanno organizzando di conseguenza. La sfida è quella di sviluppare una struttura organizzativa e un ambiente di lavoro capaci di ospitare e di far fruttare al meglio questo mix di lavoro da remoto e lavoro in presenza. Ciò che offriamo noi ai nostri clienti, in questa delicata fase di passaggio e di conclusione del regime semplificato, è esattamente questo.
Offriamo una consulenza dedicata che sappia individuare le esigenze specifiche di ciascuna impresa e guidarla verso un modello di organizzazione del lavoro più efficiente e moderno.
Nel fare questo, la nostra squadra s’incarica di inquadrare tutte le componenti, giuridiche, contrattuali, organizzative, contabili e gestionali, legate allo smart working, con l’obiettivo di offrire soluzioni adeguate e puntuali, in linea con le caratteristiche e gli obiettivi di business propri di ciascuna organizzazione. Le strategie individuate, poi, vengono “portate in azienda” sotto forma di linee guida, accordi individuali, buone pratiche, policy aziendali, soluzioni digitali ecc., tutti strumenti che danno corpo alla trasformazione e permettono di coinvolgere i lavoratori nel processo di cambiamento.